Lunedì 22 settembre, come scrivono le grandi testate, è scoppiata una guerriglia urbana prima all'interno della Stazione Centrale, poi in piazza Duca d'Aosta e infine in Via Vittor Pisani.
Numerose le accuse di
vandalismo verso i manifestanti, incolpati di aver
distrutto, vandalizzato e derubato vetrine e negozi situati nel sottopassaggio della stazione.
Così
giornali e politici hanno sfruttato l'ultimo
macello alla messicana della celere, invertendo le parti, pubblicando addirittura un video della conferenza di premiazione degli agenti antisommossa presenti questo lunedì, mettendo in risalto i collari cervicali indossati da 3 agenti, questi i famosi 60 agenti feriti o contusi di cui tutti parlano.
Terminato il corteo pacifico si è progettato di occupare i binari della stazione centrale, come è avvenuto a Torino, senza troppi problemi.
A Milano, chissà, forse Sala era in vena di scherzi, non è stato possibile effettuare l'azione.
I cancelli erano presidiati da una schiera di celere che quasi ci invitava a passare dal passaggio sotterraneo per raggiungere la metro, in modo da aggirarl.
I protestanti iniziano a scendere,
subito fermati da un'altra schiera che non si vuole spostare, attimi di silenzio tombale poi un primo spintone, seguiranno le
prime manganellate della giornata da parte della polizia.
La massa si sposta e si dirige verso
le scale mobili poste a sinistra,
intrappolati e circondati da tutti i lati, i primi manifestanti
sanguinanti vengono soccorsi,
volti spaventati, coperti di sangue
fuoriuscito dal cranio.
Si avanza, la scala mobile fa quasi da imbuto, in cima 5 o 6 agenti che iniziano a manganellare di nuovo, dopo poco cedono e ci fanno passare: in tutto questo le vetrine e i negozi del sottopassaggio rimangono completamente intoccati.
La massa si sposta verso le
porte vetrate centrali: qui
l'unico danno. Si inizia a sfondare il vetro, fatto un buco, iniziano
i lacrimogeni e le
cariche pesanti, dita rotte, altre teste sanguinanti,
arresti e fermi.
Seguiranno
minuti intensi, i lacrimogeni sono sempre più abbondanti e
iniziano a soffocare, i manifestanti si aiutano con
gli idranti e estintori per spegnere i lacrimogeni velocemente e allontanare le schiere
numerose di polizia.
Si gioca per 40 minuti a tennis con i fumogeni tra manifestanti e polizia.
Ci si sposta all'esterno in
piazza Duca D'Aosta, si usano le transenne per
rallentare la celere, il corteo viene spinto in
Via Vittor Pisani, iniziano i
bombardamenti pesanti di lacrimogeni ininterrotti.
La scarsa mira dell'antisommossa fa finire prima un lacrimogeno su un balcone con spettatori presenti, che si accorgono della sua presenza troppo tardi e finiscono intossicati, poi fanno incendiare un'oggetto su un'altro balcone, forse una sedia o una sdraio di plastica, questo spiacevole avvenimento fa intervenire i pompieri che finalmente fanno interrompere il bombardamento di lacrimogeni.
Il corteo si ferma e inizia uno
spontaneo presidio rumoroso, con
percussioni improvvisate e
sassi a ritmo sui pali.
Finisce così la giornata,
sotto la pioggia, come era iniziata, purtroppo si termina con la
constatazione dei fermi e
arresti della giornata. La notizia più allarmante è
l’arresto e
il trasporto prima in questura e dopo quattro ore al carcere minorile Beccaria di
due student* minorenni del Liceo Classico Carducci.
Nei giorni seguenti si procederà con un
presidio sotto la sede del carcere, in solidarietà con lu due ragazz*. Dopo il processo, i due ottengono
6 mesi di arresti domiciliari, decisione intuibilmente presa come “
punizione/castigo” in modo da
impedirgli di frequentare le lezioni, e quindi con la conseguente
bocciatura, a differenza di altr* manifestanti maggiorenni, arrestat* e rilasciat* quasi subito con un “
semplice”
obbligo di firma giornaliero.
Può sembrare quasi una mossa di previsione, come a bloccare e spaventare possibili “futuri insurrezionalisti”, fermando sul nascere il loro pensiero critico, come monito per gli altri giovani: “VOI SARETE I PROSSIMI”.